Attenzione al prelevamento delle pensioni!

In questi giorni, molti anziani si recheranno presso gli uffici postali e Banche per ritirare la pensione di gennaio che il Governo ha anticipato per i giorni 28-29-30-31 dicembre 2020. Facciamo attenzione perche ladri e truffatori saranno in agguato per fare il loro bottino. Ricordatevi che per coloro che hanno più di 65 anni e sono impossibilitati a recarsi all’ufficio postale per ritirare la pensione, c’è sempre la possibilità di rivolgersi ai Carabinieri che hanno attivato un apposito servizio di consegna a domicilio della mensilità!Seguite alcuni consigli pratici su questa diretta del presidente INWA Francesco Caccetta.

https://fb.watch/2uZNyyoPBn/

I pericoli del Controllo di Vicinato

polizzia

Sindaci non affidatevi ai primi che vengono a parlarvi di Controllo di Vicinato, accertatevi sempre che non si tratti di autodidatti o egocentrici in cerca di emergere, la Sicurezza è una cosa seria e va gestita da professionisti non da persone che alle spalle hanno il nulla.

Il Controllo di Vicinato, dopo il riconoscimento del ministero dell’Interno a guida Minniti, ottenuto per l’intercessione di Francesco Caccetta (INWA), Marco Strano (CSLSG) e Franco Antonio Pinardi nel 2017, è diventato un progetto ambito e adottato da molti Comuni italiani. Sempre più Sindaci si affidano al programma di mutua assistenza e vigilanza del territorio creato nel 2009 da Francesco Caccetta, Leonardo Campanale e Gianfrancesco Caccia. Il Controllo di Vicinato, nasceva da una condivisione di esperienze dei tre fondatori e da una bozza di programma di collaborazione tra vicini, consistente, inizialmente, in scambi di informazioni tra gruppi di persone inserite in una catena telefonica e l’apposizione di alcuni cartelli mutuati dall’esperienza americana. Successivamente, il progetto veniva integrato a cura di Francesco Caccetta, (criminologo e scrittore, autore di testi sulla prevenzione dei reati predatori, esperto di Sicurezza Urbana), con teorie criminologiche relative alla percezione della Sicurezza, alla prevenzione dei furti e delle rapine e dai precipui studi sui comportamenti degli autori dei reati predatori, permeando il progetto di validità scientifica. Il contemporaneo apporto di Leonardo Campanale, esperto di informatica e già amministratore comunale avvezzo alle dinamiche delle pubbliche amministrazioni in termini di prevenzione dei reati nel territorio, permetteva una divulgazione estesa del progetto completandolo con manualistica sulla sicurezza residenziale redatta di suo pugno. Il Controllo di Vicinato assumeva così il carattere di progetto vincente e otteneva riconoscimenti da molti personaggi autorevoli nel campo della Sicurezza, fra i quali anche il dott. Franco Gabrielli (Capo della Polizia di Stato), l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente della Repubblica Mattarella, i quali inviavano lettere di compiacimento e condivisione circa la validità del progetto.

Purtroppo, come per ogni progetto vincente, ci sono sempre persone che cercano di accaparrarsi una fetta di notorietà pur non avendo alcun titolo e soprattutto, cosa più grave, alcuna competenza in materia, spacciando prodotti simili e rischiando così di far prendere pieghe pericolose alla realizzazione del programma, con danni irreversibili per i territori dove il CDV viene malamente applicato. Il progetto del CDV, in effetti, richiede un protocollo ben definito, fondato su tre pilastri fondamentali, più volte spiegati dai fondatori, ma spesso disattesi per convenienze personali o per scarsa preparazione. I tre principi fondamentali del CDV consistono nella partecipazione dei residenti, che diventano attivi osservatori del loro territorio segnalando anomalie alle forze dell’ordine, secondo una intuizione stimolata da incontri formativi con persone adeguatamente preparate dalle associazioni, nazionali quali INWA (che si occupa di studio, ricerca e formazione sui fenomeni del controllo di vicinato internazionale) e ANCDV (Associazione Nazionale e rete di tutte le associazioni di CDV sparse nel territorio italiano, presieduta da Leonardo Campanale). Durante questi incontri formativi, vengono esplicitati anche gli altri due dettami del progetto e cioè, la capacità di eliminare le vulnerabilità prodromiche di minore difesa e di conseguenza attaccabilità da parte del ladro, e la competenza nel fare segnalazioni di qualità alle forze di Polizia, per ottenere una migliore attenzione e di conseguenza interventi mirati. L’intervento del Ministero dell’Interno, avvenuto nel gennaio del 2018 ha di fatto istituito i protocolli d’Intesa tra le Prefetture e le Amministrazioni Comunali, basandosi sulla originaria impostazione del progetto. Le esperienze degli operatori di polizia, hanno portato ad individuare i tempi del ladro, che spesso si muove in situazioni improvvisate o con un minimo margine di sopralluogo prima di agire. Si parla di tempi molto ristretti, che possono variare dai cinque ai quindici minuti massimi, nel completare l’azione e fuggire con la refurtiva. Questi tempi così ridotti, denotano una necessità di reportistica immediata e precisa, al fine di permettere, alle forze dell’ordine allertate, un intervento più veloce e remunerativo. Alcune persone, avviate al progetto come meri esecutori, spesso si arrogano competenze inesistenti, arrivando a suggerire ai sindaci, alternative pericolose da inserire nei protocolli, quali ad esempio una inutile e dannosa eccessiva responsabilizzazione dei coordinatori, i quali vengono indicati come unici detentori del diritto di filtrare le segnalazioni dei componenti dei gruppi di osservazione, decidendo quali meritano di essere trasmesse al 112, snaturando di fatto il progetto e rendendolo spesso inutile per i motivi sopra descritti. A nessuna persona dotata di normale intelletto, sfuggirebbe l’inutilità di tale figura che andrebbe ad aumentare i tempi di intervento delle forze di polizia, favorendo i ladri che avrebbero più minuti a disposizione per completare il furto. Altro rischio, con questa forma di dipendenza gerarchica o piramidale, è quello di avvicinarsi troppo al concetto di Ronde, già più volte dimostrato inutile e dannoso. Non serve creare una ulteriore forma di polizia privata poiché in Italia esistono già molte istituzioni a ciò preposte e sicuramente preparate ad ogni evenienza.

Ciò premesso,  diamo alcuni consigli ai Sindaci che intendano iniziare il percorso del Controllo di Vicinato nel loro territori. Innanzitutto sarebbe bene chiedere a colui che si presenta come coordinatore o referente di zona quali siano i componenti del consiglio direttivo della associazione da lui rappresentata; chiedere di fornire lo statuto della associazione e i componenti del comitato scientifico, al fine di evitare di cadere in mano di autodidatti, sicuramente armati di buona volontà, ma con scarse o nulle esperienze e competenze. Non crediamo che un Sindaco che abbia bisogno di un architetto per la progettazione urbanistica si affidi ad un autodidatta, ancorché questo ultimo abbia costruito una bella casa. Così, per la Sicurezza del proprio territorio, crediamo sia opportuno affidarsi a mani esperte, al fine di non favorire l’ego personale di qualcuno in cerca di distintivi, rispetto alle reali necessità della comunità. Ci sono associazioni che millantano un’esperienza decennale nel campo del controllo di vicinato, ma in realtà sono composte da persone prive di qualsiasi competenza in materia che spesso ambiscono ad assurgere a incarichi e titoli onorifici per soddisfare istanze personali di tipo narcisistico. Non basta la buona volontà per mettere in sicurezza un paese. Il fai da te non paga e a volte crea seri problemi, uno fra tanti la scarsa o inesistente riuscita del progetto. Leggiamo e continuiamo a leggere chat e post di associazioni che chiamano all’adunata i cittadini, offrendo loro di essere inseriti nelle chat di WhatsApp del cdv semplicemente previa comunicazione del loro numero di telefono, senza provvedere ad una formazione, a discapito della riuscita del progetto che, in realtà, non conta sulla quantità delle persone, ma sulla preparazione e sulla qualità della vita degli aderenti, i quali dovranno rinunciare a cattive abitudini ed impegnarsi a rendere sicura la propria casa e quella dei vicini, soprattutto eliminando le vulnerabilità e rendendo meno facile la vita ai ladri e questo non è ottenibile soltanto prendendo la loro utenza telefonica. Spesso il pensiero predominante, di questi pseudo esperti, è quello della foggia del cartello da esporre, che deve essere assolutamente autorizzato dal grande capo della associazione, pena la scomunica a vita dal cdv e il diniego ad usare il simbolo magico. Gli stessi pseudo esperti, pur di sostenere le loro convinzioni, ricorrono ad una sorta di negazionismo scientifico, dichiarando che il cdv non necessita di esperti o scienziati ma solo di persone di buona volontà. Alla base di ogni negazionismo c’è l’abitudine di usare argomentazioni devianti per convincere gli altri che un fatto storicamente o scientificamente accertato sia in realtà falso o discutibile. Questo negare ciò che, invece, un’intera comunità accetta sulla scorta di innumerevoli dati incontestabili, nasconde forse, semplicemente, una banale ricerca di protagonismo.

Dopo anni di studio e di partecipazione attiva alla prevenzione dei furti e degli altri reati predatori, ci permettiamo di dire ai Sindaci ed ai cittadini che vogliono fare Controllo di Vicinato, di non cedere a queste minacce e a questi metodi settari. Affidatevi ad associazioni Nazionali assolutamente democratiche, dove convergono la maggior parte delle associazioni di controllo di vicinato italiane. Sceglietevi il cartello da soli o accettate quelli gratuiti e senza vincoli offerti da INWA e ANCDV e unitevi alla rete nazionale senza vincoli di alcun tipo. I coordinatori sono soltanto punti di riferimento per i loro gruppi e anelli di congiunzione con le Autorità e le forze dell’ordine, ma non sono agenti speciali e non fanno i poliziotti privati. Parliamo di volontariato e non di guardie giurate o pseudo poliziotti. Sindaci, scrivete pure alle associazioni INWA e ANCDV e chiedete supporto gratuito per iniziare il vostro percorso, sarete assistiti da professionisti seri e qualificati, accreditati nel mondo scientifico e autori di molti testi sull’argomento. Anche se ultimamente, le pubblicità sponsorizzano spesso gli artigiani della qualità, per quanto riguarda la Sicurezza è sempre meglio appoggiarsi a specializzati e professionisti del settore, se non altro, per ottenere i risultati a cui si ambisce.

INWA©

Il nuovo libro di Francesco Caccetta l’unico manuale del Controllo di Vicinato

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Il nuovo libro di Francesco Caccetta l’unico manuale del Controllo di Vicinato

https://ilcriminologo.wordpress.com/2019/05/26/il-nuovo-libro-di-francesco-caccetta-lunico-manuale-del-controllo-di-vicinato/
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Narcisismo o disonestà intellettuale?

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Bisognerebbe insegnare alle persone l’educazione intellettuale. Sono ormai passati molti anni da quando, per primo ed unico, ho iniziato a scrivere teorie sul Controllo di Vicinato e su altri argomenti di criminologia e Sicurezza. Sono contento di sentire persone di varie estrazioni culturali (quasi sempre comunque non addetti ai lavori)  parlare degli arogmenti contemplati nei miei testi, utilizzando esattamente le mie parole o le mie definizioni (mai scritte o pronunciate prima di me da nessuno), sia in interviste radiofoniche sia in trasmissioni televisive. Debbo purtroppo constatare che nessuna di loro si prenda mai la briga o abbia mai l’onestà intellettuale di citare il mio nome. 

continua a leggere l’articolo:  https://ilcriminologo.wordpress.com/2019/05/06/narcisismo-o-disonesta-intellettuale/

Il controllo di Vicinato quale strumento di prevenzione dei furti di animali d’affezione.

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(Ricerca INWA – Italian Neighbourhood Watch Association ©).

L’importanza sociale dei pet nelle nostre famiglie è ormai cosa nota. Dall’analisi di recenti studi scientifici[1] in merito al ruolo degli animali da compagnia (“pet”) all’interno dei nuclei familiari italiani, è emerso che gli stessi sono veri e propri membri della famiglia e concorrono alle dinamiche domestiche e al benessere psico-fisico di tutti i membri della casa soprattutto delle persone meno giovani o che vivono sole. Nel nostro Bel Paese, si è stimato che ben oltre il 35% degli over sessantacinque[2] ha un animale d’affezione in casa con il quale trascorre molto tempo della giornata, con effetti benefici che vanno dal buonumore all’attività fisica. Gli animali suscitano sentimenti di tenerezza e felicità e ci danno l’opportunità di fare attività fisica che spesso la pigrizia ci impedirebbe di svolgere. Cosa c’è di meglio che una bella passeggiata con il nostro cane? Oltre ad abbassare il colesterolo e a migliorare la circolazione sanguigna del nostro corpo aiutiamo anche le finanze pubbliche la cui spesa sanitaria risparmiata, grazie al migliore stile di vita negli anziani, reso possibile grazie alla presenza degli amici non umani, è stata stimata in quattro miliardi di euro. Forse è per i suddetti motivi, o magari per molti altri ben noti a tutti i possessori di animali, che la presenza dei pet nelle famiglie italiane raggiunge cifre considerevoli. Sono, infatti, circa sessanta milioni[3] gli animali d’affezione presenti in Italia, una media di circa un pet per ciascun abitante e 2,3 per ogni famiglia (1 gatto ogni 3,5 famiglie e un cane ogni 3,7 famiglie). La lettura di questi dati ci conduce a un altro ragionamento che apre le porte al lato oscuro della materia. Quando ci sono grandi numeri, inevitabilmente, si attivano le menti dei delinquenti che mirano al possibile business e ai guadagni illeciti. Il mondo sommerso del furto e della rivendita degli animali domestici conta numeri molto alti e spesso non è così evidente poiché i media non sempre ne parlano. In realtà il fenomeno ha delle proporzioni preoccupanti.  Solo nel 2017, infatti, risultano rubati 36.000 cani di razza.  Secondo quanto si legge da un report dell’associazione AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) sono in forte aumento (+12% rispetto al 2016) i furti di cani di razza. Nel 2017 i furti di cani denunciati e segnalati sui social sono stati oltre 36.000 mentre nel 2016 i furti dei cani di razza sono stati circa 32.000 contro i 30.000 del 2015. I cani maggiormente presi di mira dai ladri sono stati anche l’anno scorso quelli di piccola taglia con una percentuale che supera il 58%. Oltre ai Chihuahua e ai Pinsher sono aumentati i furti dei Bulledogue Francesi e dei Bulldog inglesi. Molte anche le denunce per furti di cani da caccia, mentre tra i cani di grossa taglia i furti hanno riguardato principalmente i cuccioli. Aumentati anche i furti di Pastori Tedeschi.  I cani di piccola razza in età fertile rappresentano complessivamente il 70% dei cani rapiti nel corso dell’anno appena terminato.  Le regioni con il maggior numero di furti sono Lombardia, Piemonte, Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana e Piemonte[4]. Il rischio di vedersi rubare il proprio animale d’affezione non è altissimo, in termini di percentuale (0,06%) ma per chi è proprietario di un amico a quattro zampe il solo pensiero diventa un incubo. Per questo bisogna comunque correre ai ripari e cercare di applicare alcune strategie o almeno evitare comportamenti a rischio ed eliminare le vulnerabilità che creano le occasioni che fanno bene al ladro (cit. “L’occasione fa bene al ladro” di Francesco Caccetta ed. MGC 2016).

Furto dell’animale domestico.

Sono proprio le nostre cattive abitudini che spesso spianano la strada ai ladri e mettono a repentaglio i nostri beni più preziosi, siano essi soldi o gioielli, oppure i nostri amati amici pelosi. Alcune persone, per fare una commissione veloce lasciano il loro cane legato fuori dal negozio, oppure in macchina e al ritorno rischiano di non trovarlo più, poiché magari si è liberato e si è allontanato da solo oppure perché qualcuno l’ha portato via. Come si è detto prima le vittime prescelte sono i cani di razza. Il loro pedigree diventa moneta contante nelle tasche dei delinquenti, ai quali poco importa il dramma che si sta per consumare per il proprietario dell’animale. Del resto, quando il ladro fa il confronto dei costi e benefici, non può che prendere atto che il furto di un cane di razza, comporta davvero pochissimi rischi a fronte di un bel guadagno. Per questo motivo, secondo la teoria criminologica delle attività routinarie, si afferma che per un crimine che si verifica, occorrono tre elementi: un aggressore motivato; una vittima designata; l’assenza di un difensore ovvero l’incapacità dei presenti di prevenire che il crimine accada. In questo caso, vista la debole difesa che un cane può mettere in atto, e l’indifferenza altrui che spesso regna sovrana nelle nostre strade, non è difficile che il criminale possa agire indisturbato e in brevissimo tempo senza correre alcun rischio. I cani rubati, possono poi prendere vie diverse, tra le quali, oltre alla vendita a metà prezzo rispetto ai negozi specializzati, vi è quella più orribile dei cosiddetti “cani da esca” usati per addestrare i cani da combattimento (le vittime prescelte sono pastori tedeschi, Doberman Pinsher e American Pit Bull Terrier). Altra possibilità di destinazione dei cani di razza rubati può essere quella meno traumatica di essere venduto a qualche disonesto allevatore per la riproduzione di animali con Pedigree (un buon motivo per sterilizzare o castrare il vostro cane). Alcune piccole organizzazioni criminali o bande di nomadi senza scrupoli, sfruttano la conosciuta pratica della ricompensa per animali smarriti, “sequestrando” l’animale in attesa dell’offerta del proprietario promessa a chi lo ritrova. C’è inoltre un’altra ipotesi, fortunatamente meno frequente, che riguarda coloro che vendono animali rubati e smarriti per la ricerca scientifica dove vengono utilizzati cani e gatti per il test e la sperimentazione biomedica. Questi banditi sono spesso indicati come rivenditori di serie B. Sono intermediari che rubano oppure acquistano gli animali da rivendere, nei mercatini o da privati che vogliono disfarsi di cucciolate indesiderate. Come proteggere quindi gli animali domestici? Prima di dare alcuni consigli di base, sarebbe opportuno fare alcune considerazioni di tipo sociologico, cercando di comprendere come e perché tutti questi reati predatori possano avvenire, così facilmente è per quale motivo i ladri hanno sempre più possibilità di riuscire nei loro intenti, nonostante i furti, in questo caso di animali ma in genere i reati predatori, vengano commessi in orari diurni e spesso davanti a molte persone. Nella parte precedente, abbiamo accennato all’indifferenza delle persone ed al fatto che affinché il furto possa avvenire, in base alla teoria delle attività routinarie, occorrano tre elementi concomitanti: un aggressore motivato, una vittima designata e l’assenza di un difensore ovvero l’incapacità dei presenti di prevenire che il crimine accada. Analizzando questa teoria, non possiamo fare a meno di costatare che l’attuale predisposizione umana al senso di comunità e di mutua assistenza è andata, nel corso degli ultimi anni, scemando, sostituita da un individualismo pregnante, che porta tutti inevitabilmente all’isolamento. Quest’ultimo è la causa dell’agire indisturbati dei delinquenti nei nostri territori. Proprio per il crescente individualismo che produce isolamento, c’è stata da pochi anni una tendenza a riscoprire il sentimento di comunità e di aiuto reciproco tra i cittadini, in armonia con il proprio territorio e in ausilio delle Forze dell’Ordine. Un crescente senso di appartenenza e di collaborazione che in moltissime parti del Paese sta facendo rinascere la percezione della sicurezza. Questi sentimenti, da sempre facenti parte dell’imprinting degli uomini e in questo caso degli italiani (Capitale Sociale – Robert Putnam) sono stati riscoperti e strutturati nelle pratiche del Controllo di vicinato, presenti in molti comuni italiani, che stanno dando ottimi risultati in termini di realizzazione della cosiddetta Sicurezza Partecipata. Il Controllo di Vicinato è un progetto strutturato che attualmente viene promosso da diverse associazioni sparse nel territorio italiano, con lo scopo di promuovere la coesione sociale attraverso la partecipazione dei cittadini in un piano di Sicurezza Partecipata; aiutare le persone che abitano in un determinato territorio ad individuare ed eliminare le loro vulnerabilità ambientali e comportamentali; insegnare ad avere un dialogo costante e proficuo con le Forze dell’Ordine a mezzo di segnalazioni qualificate. Questo programma, permette alle persone che lo adottano, di tornare al senso di comunità e rendere più protetto il loro territorio e, di conseguenza, difendere i loro beni, compresi gli animali domestici, rendendo la vita difficile ai ladri. Recuperando la coesione sociale, s’instaura quel clima di collaborazione e mutua assistenza che fa si che ogni persona residente in una determinata zona diventi l’occhio vigile per se e per i vicini, segnalando ogni anomalia alle Forze dell’Ordine, con una reportistica immediata e qualificata, e si diventa custodi della propria via, impedendo ai delinquenti di vario tipo, di avere libero e facile accesso alle altrui proprietà. Logicamente non sarà sufficiente questo per impedire a chiunque di colpire le nostre abitazioni o di portare via i nostri piccoli amici ma le pratiche di eliminazione delle vulnerabilità, ridurranno davvero molto le opportunità per i predatori. Parlando di eliminazione delle vulnerabilità, riferendoci ai nostri animali domestici, potremmo adottare alcune semplici regole o accorgimenti che potrebbero davvero salvarci dal furto. Ad esempio, anche se sembra superfluo dirlo, sarebbe opportuno lasciare il nostro cane o gatto dentro l’abitazione, quando siamo assenti, senza lasciarlo libero in giardino, soprattutto quando ci allontaniamo per molte ore per andare a lavorare. Tenere il cane al guinzaglio quando si va a fare una passeggiata e liberarlo solo se siamo in condizioni di poterne osservare gli spostamenti per evitare che sparisca dietro a siepi o altro e sfugga alla nostra vista anche se per pochi istanti. Rendere identificabili gli animali, oltre che con il microchip (obbligatorio per legge) con un collare che riporti i dati del proprietario in modo che possa rapidamente essere riconsegnato in caso di smarrimento. Sterilizzare o castrare il vostro animale al fine di abbassare il suo desiderio di allontanarsi da casa e renderlo meno appetibile per le tipologie predatori sopra descritti (allevatori e laboratori). Non mettere annunci sui giornali per regalare cucciolate indesiderate, o almeno accertarsi bene prima di cedere un cucciolo a sconosciuti, andando a verificare di persona dove verrà ospitato e facendo firmare un atto privato con il nuovo proprietario accertandovi della sua identità. Chiedere anche una somma irrisoria di 30/40 euro per un cucciolo non di razza, servirà a scoraggiare acquirenti interessati ad altre sorti del vostro animale. Osservare la presenza di sconosciuti che si aggirano nel quartiere o nella vostra via, segnalandone subito la presenza alle Forze dell’Ordine prendendo la targa del veicolo e descrivendo bene le persone sospette. Avvisare poi i vostri vicini, scrivendo un messaggio nelle chat di whatsapp dei gruppi di Controllo di Vicinato o informandoli di persona. In caso di sospetti, è importante agire immediatamente, chiamando il 112. In caso di smarrimento (o furto) del vostro amico non umano, sarebbe utile fare un volantino dove specificare il nome dell’animale, il colore, e la razza, includendo la posizione in cui il vostro animale domestico è stato visto l’ultima volta e un contatto o un numero di telefono. Una strategia da adottare in questi casi, è quella di scrivere sul volantino, che il vostro animale ha bisogno di cure mediche, al fine di scoraggiare qualcuno che vorrebbe tenerlo con sé. Prendere contatto con i rifugi locali (canili e associazioni e cliniche veterinarie o ambulatori veterinari in genere) inviando loro i volantini. Monitorare poi, gli animali domestici in vendita o adozione leggendo gli annunci su giornali o online, verificando se sussistono elementi, nella descrizione, che coincidono con il vostro animale. Andare in giro e chiamare il nome del vostro animale domestico nella zona dove è stato visto l’ultima volta. Ciò è particolarmente utile durante le ore serali quando il rumore del traffico è diminuito e c’è la probabilità che il vostro cane possa sentirvi e rispondere abbaiando. Nel caso crediate di avere individuato il vostro animale e la persona che lo ha preso con sé, non prendete iniziative ma chiamate le Forze dell’Ordine per aiutarvi a recuperare il vostro pet. Se qualcuno sostenesse di aver trovato il vostro cane smarrito, fategli domande specifiche per essere sicuri trattarsi del vostro amico a quattro zampe senza mai anticipare somme di denaro richieste con pagamenti su Postpay o simili anche se avete offerto una ricompensa. In caso di smarrimento di animale, prima di rilasciare denaro a chi ve lo restituisce, chiamate le Forze dell’Ordine o la Polizia Locale per identificare la persona che ve lo sta riconsegnando ed alla quale state dando dei soldi per ricompensa. Non rinunciate mai alla speranza di ritrovare il piccolo amico. Continuate a inviare volantini, monitorare siti Web e controllare gli annunci dei giornali. Il vostro animale domestico potrebbe essere stato trovato da persone per bene e altruiste che potrebbero rendersi conto che sono in possesso di un animale rubato o smarrito e, per questo, restituirlo. Il controllo di Vicinato continua ad essere un ottimo strumento di prevenzione e di ausilio per le fasi di ricerca in caso di smarrimento o furto di animali domestici. Aderire al progetto e creare gruppi di Controllo di vicinato nei propri quartieri non è una cosa difficile da attuare. Chiunque può fare partire il progetto del CDV nella propria zona, cercando su internet i volontari che potranno aiutarli a realizzare il progetto. In Italia, tra le altre, ci sono due grandi associazioni, tra loro collegate, che forniscono ausilio gratuito ai cittadini che intendono partire con il programma di Controllo di Vicinato e sono: INWA (Italian Neighbourhood Watch Association) presieduta da Francesco Caccetta e ANCDV (Associazione NAZIONALE Controllo di Vicinato) presieduta da Leonardo Campanale. Le associazioni possono essere contattate direttamente sui loro siti www.inwa.it e www.ancdv.it .

[1] Centro Studi Sintesi (aprile 2017)

[2] Rapporto Assalco – Zoomark 2017

[3] Euromonitor International (2016)

[4] http://aidaa-animaliambiente.blogspot.it/2018/01/aumentati-i-furti-di-cani-nel-2017.html

STREET SWINDLES (OR SWINDLES ON THE ROAD)

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Swindles, the ones I use to call “on the road”, are so widely proportional with human fantasy that a digest itself wouldn’t be enough to spell the list. The swindlers are such a kind of multitasking-minded people, who make the worst use of their creative cleverness, besides they are very skilled talkers, if we mean communication as a “rational act“ performed by someone who perfectly knows how to adapt his talents to the goal he aims to, in a particular circumstance. This ability is essential for a cheat to work, and it’s not so easy to save oneself from the trap. The old swindles, even thanks to the media outcry, are now widely known and identifiable by most of people who can oftenescape, but a swindler needs to survive too, which means that by a fewarrangements and a bit of experience he can ever work out new trickssuitable enough to hit the mark. So, just remember that when you park your cars in front of a supermarket, someone is looking over you, and if you hold a shoulder-bag, or a waist-bag, especially if you are alone, the trap is ready to go off. Once you get back to the car, after you’ve put your stuff on the nearside, you start the engine and leave, but only just later you realize something is wrong, and suddenly an other car comes alongside yours, and someone makes you gently notice that you have a flat tyre. What you probably can’t guess at the moment is that the same gentleman who is now offering to help you change the wheel, is the offender himself who previously saw to get your wheel deflated. And that’s it! While you curse and bustle about your spare-wheel, your kind-helper’s accessory steals the bag you had left unguarded, inside the open car, and after all who would lock his car while changing a wheel? This is known as the “flat tyre swindle”. One more amazing and ingenious trick is smudging your outside rear-view mirror, or the bumper of you car, with a coloured chalk exactly the same as the offender’s car. At this point, the swindler waits for you to overtake him, both while he is speeding along or stopping at the side of the road, then he finally reaches you and ask for you to stop. His aim is to make you notice that his car got damaged, because of your passing. He wants you to believe you have a responsibility towards the matter, once he can show you the scrape of your car that matches the colour of his! You admit your fault and he can lead you to compensate for the damage. This is known as the “chalk swindle”. But it could even happen that someone makes you softly crash into his car, and by chance the impact makes a most expensive cell-phone (such an I-phone or a Samsung Galaxy 3, both expensive, but not new, and that is the trick!) fall from the glove compartment and gets the display shattered; what you certainly can’t know is that, in spite of the brand, the object was already dented, since it had been bought second hand, old and half-cracked, for next to nothing, on E-bay. It is the “dent-phone swindle”. I could go on, or even invent myself some kind of new swindle, but what’s more is that such tricks so properly work because in many cases it’s just us who prefer to be cheated. We often pick out to avoid a pointless expense or a waste of time, and so keep off the Insurance Companies, or sometimes we feel the need to be free from a fussy, hot-tempered spouse, which leads us to accept a short-cut; it’s exactly what a swindler relies on. As he knows that since we wish the matter was closed here and now, we actually lay open to a swindle. Now that I think of it, in the early 80s, a comedian trio from Naples, used to repeat a slogan at the end of their comic tv-show; they were the Trettrè and their slogan sounded “Bear in mind that saving is never earning”. Thanks to this successful quip, we may even end the argument, with a simple advice: do never negotiate a deal with anyone, on the road; if and when somebody invites you to settle any account on the spot, without involving the Insurance Company, in order to avoid a rise in costs, feel even free to accept, but only in the presence of a Police patrol, since the cops may write an official report and moreover check the real identity of your opposite party. At this point, a swindler chooses to drop his plan and give up his unlawful trade, but if it all is true and hides no cheat, your interlocutor is surely willing to wait for the Police to arrive. So, do never pay anything when you’re alone on the road. At all events, remember to jot down the number- plate of the questioned vehicle, in order to report it to the Police, and prevent any other unfortunate-one from being cheated. When it is possible, take a picture of your interlocutor’s car, as he moves away, paying attention not to be seen as well: it could be of use to any possible inquiry.

By: Opportunity suits the thief. The neighborhood watch

Francesco Caccetta

Traduttore: F. Falvo

Editore: MGC Edizioni

Anno edizione: 2016

 

Controllo di Vicinato patrimonio degli italiani. Favoloso aumento delle Associazioni che promuovono il progetto e aderiscono alla Rete Nazionale di ANCDV (Associazione Nazionale Controllo di Vicinato).

Dieci anni di Controllo di Vicinato in Italia. Evoluzione naturale del progetto.

Gli Italiani sanno benissimo che, da molti anni, i concetti di Sicurezza percepita e Sicurezza Partecipata sono diventati bagaglio culturale di tutti. Le condizioni socio-economiche e la multietnicità del nostro Paese hanno portato i cittadini e le Istituzioni a rivedere le dinamiche di Sicurezza ed i reciproci rapporti, al fine di migliorare le condizioni di vita delle città e dei piccoli centri. L’isolamento dovuto all’individualismo che si è venuto a creare all’interno delle nostre comunità, e tutte le problematiche ad esso connesse, ha risvegliato il carattere forte e determinato degli italiani che finalmente, guidati dal volontariato, si stanno riprendendo i propri territori difendendosi dai reati predatori in stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine. All’estero, gli stranieri sono colpiti dalla nostra determinazione, dalla forza di carattere, dallo spiccato senso di appartenenza. Gli italiani, da sempre, si battono per la loro terra con un coraggio invidiabile. Tutte queste caratteristiche hanno fatto si che quel senso di insicurezza percepito, mutasse in una reazione pacifica ma capace di trasformare una risposta emotiva in una razionale e praticabile e tutto questo ha fatto nascere in tutto il territorio nazionale, le pratiche di controllo di vicinato. Queste attività, consistono in aggregazioni spontanee di cittadini, abitanti nelle stesse vie o nello stesso condominio o addirittura quartiere, che imparano ad eliminare le vulnerabilità che rendono più facile l’agire dei ladri e delinquenti vari, recuperando di conseguenza, un rapporto efficace con le Forze dell’Ordine locali con le quali collaborano a stretto giro e senza mai sostituirsi a loro.

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Italian Neighbourhood Watch Association

cropped-logo-inwa-revised-2L’associazione “I.N.W.A. – Italian Neighbourhood Watch Association” si ispira alla filosofia, agli scopi e ai criteri organizzativi ed operativi dell’E.U.N.W.A. – European Neighbourhood Watch Association con cui è strettamente collegata. Il suo obiettivo primario è sviluppare iniziative volte a promuovere migliori condizioni di libertà e sicurezza, reali e percepite, per tutte le persone presenti sul territorio nazionale, con attenzione anche nei confronti degli animali di compagnia, sempre più presenti nelle famiglie italiane. Le sue fondamenta si basano su tre pilastri che consistono nel recupero della coesione sociale dei cittadini, l’eliminazione delle vulnerabilità ambientali e comportamentali al fine di non dare l’occasione ai criminali di colpire e la competenza nel fare segnalazioni qualificate alle Forze dell’Ordine. E’ presieduta dal Criminologo dott. Francesco Caccetta che ha maturato una esperienza ultra ventennale nell’ambito degli studi sulla Sicurezza Urbana e la Sicurezza Partecipata e in generale sulla prevenzione del crimine ed ha partecipato alla fondazione dell’EUNWA (European Neighbourhood Watch Association il 24 ottobre 2014 a Vienna. L’INWA sviluppa e diffonde ricerche e studi sui fenomeni criminali e sostiene le Amministrazioni locali nello sviluppo di iniziative volte al miglioramento dei livelli di sicurezza delle città e del territorio. L’associazione inoltre promuove, organizza e fornisce supporto alle attività di “controllo del vicinato”, organizzando eventi culturali specifici e formando le Polizie Locali ed i referenti/coordinatori territoriali. L’I.N.W.A. diffonde la cultura della sicurezza attraverso una web TV dedicata, con il suo sito web, attraverso i social network e mediante la redazione e la pubblicazione di una rivista on line dedicata ai progetti di comunità e controllo del vicinato. L’I.N.W.A. dispone di una equipe multidisciplinare in grado di realizzare attività di ricerca scientifica, di consulenza e di formazione di altissimo livello sulle tematiche della Sicurezza Urbana.